Motore

Normalmente, nei modelli radiocomandati in scala 1 a 10, si utilizzano dei micromotori a 2 tempi di 2.1 o 2.5 centimetri cubici (cc) di cilindrata.

Il motore a 2 tempi possiede delle caratteristiche che lo rendono particolarmente interessante, come l'elevata potenza specifica che è in grado di erogare ed i costi di realizzazione decisamente più bassi rispetto a quelli di un 4 tempi convenzionale, a discapito però di consumi e gas incombusti elevati. Motore

La caratteristica peculiare del 2 tempi, infatti, è di produrre una fase utile per ogni giro dell'albero motore, a differenza del 4 tempi che invece ne produce una utile ogni due giri: tutto ciò si traduce in un notevole vantaggio in termini di potenza massima erogata.
Il "fattore due", quindi, garantisce al 2 tempi una potenza specifica quasi doppia rispetto ad un 4 tempi aspirato di pari cilindrata, potendo contare su un peso più contenuto e su costi di produzione e manutenzione più bassi.
Il fatto che non produca una potenza massima doppia rispetto al 4 tempi, ci guida verso quelli che sono i limiti intrinseci del 2 tempi convenzionale: l'elevato consumo specifico di carburante ed un livello di emissioni di gas incombusti difficilmente controllabile.
Proprio durante la fase di lavaggio, quando nel 2 tempi la miscela fresca proveniente dal carter passa attraverso le luci di travaso spingendo fuori (grazie anche alla depressione che si crea nel momento dell'apertura della luce di scarico) i gas combusti, si verifica anche una perdita di gas incombusti attraverso la luce di scarico stessa: tutto ciò si traduce in una perdita di potenza ed un consumo superiore di carburante, oltre alle indesiderate emissioni di gas inquinanti.


Funzionamento di un motore a 2 tempi
Mentre il pistone sale verso l'alto comprimendo la miscela di aria e carburante già presente nel cilindro, nella camera di manovella (detta anche carter) si crea una leggera depressione, che richiama la nuova miscela fresca proveniente dal condotto di aspirazione.
Ciclo 1/3
Ciclo 2/3
Terminata la fase di compressione (quando il pistone è nel punto morto superiore), la scintilla provocata dalla candela (nel caso dei micromotori, la candela è del tipo ad autoaccensione) innesca la combustione ed i gas, espandendosi, spingono il pistone verso il basso sviluppando potenza.

Durante la fase di discesa, il pistone scopre prima la luce di scarico e poi i travasi; scendendo, la miscela presente nel carter viene compressa e quindi spinta, attraverso i travasi, nel cilindro favorendo così l'espulsione dei gas appena combusti.

Ciclo 3/3

Arrivato nel punto morto inferiore, il pistone ricomincia la sua salita verso l'alto creando nuovamente una depressione nella camera di manovella richiamando così della nuova miscela nella parte bassa del carter motore e ricominciando un nuovo ciclo.